Risonanza Magnetica Mammaria

Che cos’é la risonanza magnetica mammaria e come si esegue?

La risonanza magnetica mammaria è un esame diagnostico non invasivo che viene eseguito su una macchina ad alto campo magnetico (1,5T) per lo studio della ghiandola mammaria e delle stazioni linfonodali in pazienti con particolari indicazioni. La paziente, sdraiata su un lettino, è posta in posizione prona con le mani lungo i fianchi o sotto il mento e con i seni appoggiati su apposite bobine a forma di coppa. L’indagine non utilizza radiazioni ionizzanti e quindi non comporta rischi per la paziente. L’unico fastidio può derivare dal rumore prodotto dalle onde di radiofrequenza, facilmente ovviabile con l’utilizzo di cuffie o tappi per le orecchie. A seconda dell’indicazione, la risonanza magnetica mammaria può essere effettuata con o senza il mezzo di contrasto.

A cosa serve l’esame?

La risonanza magnetica mammaria è un’indagine complementare che non sostituisce l’imaging senologico tradizionale ed è riservata a pazienti con particolari indicazioni. 

La risonanza magnetica mammaria senza mezzo di contrasto viene eseguita per lo studio degli impianti protesici (applicati a scopo estetico, o come ricostruzione dopo interventi oncologici) per la valutazione della loro integrità e di eventuali complicanze.

Le principali indicazioni della risonanza magnetica mammaria con mezzo di contrasto sono :

  • la sorveglianza di donne ad alto rischio genetico-familiare di tumore mammario,
  • la stadiazione locale di tumore prima dell’intervento chirurgico ,
  • la valutazione in pazienti in chemioterapia neoadiuvante,
  • la diagnosi differenziale tra recidiva locale e cicatrice chirurgica in pazienti operate quando l’esame clinico e/o l’imaging convenzionale siano dubbi o sospetti,
  • la sindrome da carcinoma primitivo ignoto in pazienti con diagnosi bioptica di metastasi linfonodale o in altra sede da probabile tumore primitivo mammario, con clinica ed imaging mammografico ed ecografico negativi o non conclusivi,
  • secrezioni anomale  dal capezzolo la cui causa non sia stata identificata con le tecniche tradizionali.

Non ci sono evidenze che la risonanza magnetica mammaria sia utile nel caratterizzare dubbi diagnostici all’imaging convenzionale nelle situazioni in cui sia praticabile un prelievo agobioptico sotto guida ecografica o mammografica o nelle donne asintomatiche non ad alto rischio.

La risonanza magnetica mammaria deve essere preferibilmente eseguita, nelle pazienti con ciclo mestruale, tra il settimo ed il quattordicesimo giorno del ciclo (considerando come giorno numero uno quello in cui il ciclo è iniziato); questo accorgimento permette di ridurre al minimo l’interferenza determinata dall’influsso ormonale sul  tessuto ghiandolare e rende l’esame maggiormente diagnostico.

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